Ed eccoci anche quest’anno a ripercorrere in occasione dell’uscita del bollettino parrocchiale i giorni passati nella bellissima baita di Pravec… ciò che subito ricordiamo sono i momenti di gioia e felicità passati con i ragazzi di seconda e terza media, i più grandicelli… momenti che rimangono nel nostro cuore di animatori e a cui guardiamo con orgoglio e un po’ di nostalgia!

Il tema di fondo che ci ha accompagnato per i dieci giorni di campeggio, è stato “il dono dei 5 sensi per dare un senso alla vita”. Ogni giornata è stata infatti improntata su uno dei 5 sensi, che di volta in volta ci hanno permesso di affrontare tematiche molto interessanti e di grande attualità; siamo partiti con il tatto, quel senso che ci permette di entrare in contatto con l’universo, con cose animali e persone, e quindi di entrare il relazione e scoprire l’altro come qualcuno di diverso da me, ma di uguale valore. Accostarsi alla diversità può spaventare o incuriosire. Se vince la seconda reazione, si possono conoscere ed apprezzare un sacco di novità: persone, esperienze…

Proprio per approfondire il tema della diversità la giornata si è aperta con una riflessione sulla vita di Nelson Mandela, esempio di impegno e di coraggio nella lotta contro la discriminazione. Anche l’intervento di Antonio Caproni, originario di Mori che oggi gestisce una casa famiglia è stato molto apprezzato dai ragazzi. Ma la diversità esiste anche tra l’universo maschile e femminile e quanto di meraviglioso c’è in questa diversità ed imperfetta complementarità! E quindi, via con una serata “Uomini & Donne”, dedicata proprio alla scoperta dei due mondi, attraverso giochi e attività di confronto… da cui sono emerse domande e spunti molto interessanti, a partire dal “Perché i ragazzi in gruppo si comportano in modo diverso da quando sono da soli?” fino all’indimenticabile “Le ragazze mi piacciono perchè… sono morbide!” Il senso che ci ha accompagnato per le due giornate successive è stato l’udito, che ci permette di fare una cosa quasi scomparsa oggi: ascoltare. Ascoltare se stessi innanzitutto, le proprie inclinazioni, i propri sentimenti, sentire chi siamo e cosa vogliamo fare di noi, cosa vogliamo fare della nostra vita e che traccia vogliamo lasciare tra le persone amate. Poi, ascoltare gli altri per cercare di capire quel mistero complesso che è la persona davanti a me. Chi è, cosa sogna. E, grazie alla toccante e commovente esperienza della Cena dei popoli, ascoltare il grido dei lontani o vicini in difficoltà, degli oppressi, che ci chiedono non carità ma giustizia.

Ci chiedono di partecipare alla nostra tavola, di poter avere un futuro, una speranza. Infine, l’udito ci permette di entrare nell’incantato mondo della musica che riesce ad esprimere quello che parole non riescono a fare. Ed è proprio quello che abbiamo fatto sperimentare ai ragazzi con un mega-concerto dal vivo all’aperto, proprio dopo la classica gita sul Vignola.

Segue poi l’olfatto, il fiuto, inteso come capacità di mettersi sulla scia di altri al di là delle parole, ma perché “sentiamo” l’esistenza delle persone accanto a noi e ne riconosciamo il valore. Ma anche nel senso più classico del termine, quindi proprio come sentire gli odori, con un’originale caccia al tesoro olfattiva e come riuscire a seguire gli indizi, con il gioco del Cluedo vivente, in cui i ragazzi sono diventati per una sera dei veri detective.

La vista invece ci da la possibilità di vedere innanzitutto la meraviglia del creato, il mondo che ci circonda . Ci permette di muoverci in esso, di raggiungere gli amici, di guardarci negli occhi. In questo contesto abbiamo avuto l’occasione di riflettere sul mondo virtuale insieme a don Daniele Laghi, soprannominato “Don Facebook” per il suo interesse verso questo social network.

La riflessione si è conclusa nel pomeriggio con un vero e proprio processo a face book, in cui i ragazzi, divisi tra accusa, difesa e giuria si sono fronteggiati giungendo alla conclusione che i social network sono divertenti e utili per mantenere i contatti con gli amici, se usati con consapevolezza e senza eccessi. Particolare anche la cena dei cechi, completamente al buio, durante la quale i ragazzi hanno sperimentato cosa significhi realmente non poter vedere. Ma la vista è anche ciò che ci consente di ammirare la natura e i suoi colori… cosa che abbiamo avuto l’occasione di fare per un’intera giornata passata fuori dalla baita, nottata in tenda compresa! Infine, le ultime giornate sono state all’insegna del gusto, senso grazie al quale uno dei gesti di sopravvivenza, l’alimentazione, diventa anche piacere. Gusto inteso anche come gustare la vita nel suo senso più vero, facendone servizio agli altri perché solo in questo crediamo sia gioia vera e completa. Quindi, spazio alle attività culinarie, a partire dalla gara di cucina in cui i ragazzi hanno “colonizzato” la cucina preparando per gli animatori, improvvisati critici-culinari, dei manicaretti davvero sublimi… fino alla cena esotica per provare nuovi gusti e cibi di altri paesi. Proprio a proposito del gusto, cogliamo l’occasione per ringraziare le nostre grandi cuoche Alberta, Rita e Sylvie, che ci hanno accompagnati, sostenuti e… abbondantemente nutriti durante tutti i 10 giorni! E con ciò… eccoci al decimo giorno… giorno di ultimi giochi insieme, dediche, abbracci e anche di qualche lacrimuccia, che però viene subito asciugata pensando con gioia all’anno prossimo! Vogliamo infine ringraziare soprattutto i protagonisti di questa esperienza, tutti i ragazzi che hanno contribuito con la loro energia, la loro vitalità e la loro gioia alla buona riuscita di questo campeggio… grazie a tutti!

Gli Animatori

Categorie: 2010Campeggi

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